Macerata, Marken, Marche, Italien, Italia

Hauptstadt der Provinz Macerata (Provinz in der Region Marken, Italien, 2774 km2, 301400 Einwohner), südlich von Ancona, Italien, 41900 Einwohner; Universität; Handelszentrum, Musikinstrumentenbau.

Das reizvolle Städtchen liegt malerisch auf einem Hügel in den Marken. Das Zentrum strahlt gemessene Würde aus, passend zu dem unaufdringlichen Wohlstand der Stadt. Sie wurde fast gänzlich zwischen dem 16. und 19. Jahrhundert erbaut. Schöne Stadtpaläste, zweistöckige Renaissancearkaden, Plätze, Museen und Galerien bieten Gelegenheit zu angenehmen Spaziergängen und vielseitigen Besichtigungen. Die hervorragende umbrische Küche und ihre ebensolchen Weine können Sie in gastfreundlichen Lokalitäten genießen. Auch in der Umgebung gibt es viel zu entdecken wie Urbino, Loreto, die Grotten von Frasassi, das antike Helvia Ricina und einiges mehr.


 

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Oder wie wär es mit der Schweiz?
Oder der ehemalige Osten:
Slowenien: Portoroz? Oder Tschechien: Prag


Siehe auch:

Hotel I Colli

Das Hotel I Colli hat 3-Sterne und liegt außerhalb des historischen Zentrums an der Via Roma, das Gebäude ist jedoch vermutlich nicht als Hotel konzipiert worden. Das Hotel in Macerata verfügt über eine eigene Garage und zahlreiche Parkplätze. Die Zimmer sind zwar groß und geräumig, allerdings sind die Gänge und Stiegen eher wie bei einem Wohnhaus angelegt, bei dem man an diesen infrastrukturellen Bereichen Raum sparen will. Der Frühstücksraum liegt im Keller &endash; vermutlich als Trockenraum gedacht &endash; und hat eine Atmosphäre wie eine Militärkantine. Dementsprechend herrscht dort eine Abfertigungsmentalität wie in einer Kaserne, wobei von einer wohl mit ihrem Job oder dieser Arbeit unzufriedenen Mitarbeiterin das übrige Personal in einem unflätigen Ton angeschrieen wird, dass es für die Frühstückenden geradezu peinlich ist. Auch die Gäste werden unerbittlich kritisiert, wenn sie Wünsche äußern.

Das wirklich Herausragende am Hotel I Colli in Macerata ist die von manchen Fenstern oder Balkonen aus mögliche Sicht auf Macerata, das beinahe in seiner Gesamtheit überblickt werden kann. Jedoch gibt es für die großzügigen Balkone weder Liegestühle noch Liegen, sodass man gezwungen ist, selber Liegemöglichkeiten herbeizuschaffen.

Cafe-Bar von Claudia

Erwähnenswert an Macerata ist die in der Nähe des Hotels I Colli ebenfalls in der Via Roma gelegene, die liebevoll mit allerlei Krimskrams vollgeräumt ist, das zufriedene Stammgäste aus aller Welt mitbringen. Besonders betont werden muss ein vom Vater von Claudia alljährlich neu gestalteter Kalender, der so unbeschreiblich ist, dass hier auf eine Beschreibung verzichtet werden soll.

Arena Sferisterio

Das Macerata Opera Festival hat sich einen Geheimtipp-Charakter bewahrt, was an verschiedenen Aspekten liegt: Im Vergleich zu anderen Festivals in Italien ist das in Macerata weniger international als vielmehr traditionell ausgerichtet. Obwohl auf höchstem musikalischem Niveau, sind die einzelnen Aufführungen bewusst schlicht gehalten. Protz und Prunk sind hier nicht erwünscht.

Die Arena Sferisterio, ein 7000 Plätze fassender neoklassizistischer Bau mit hervorragender Akustik, zieht jährlich ein internationales Opernpublikum in seinen Bann. Bedeutende Opernwerke italienischer Komponisten in entsprechenden Besetzungen dominieren hier die sehenswerten Aufführungen.

Tipp: Ein Ferienhaus in Italien zum Seele baumeln lassen

Das Anwesen ist ein restauriertes Bauernhaus aus dem 15. Jahrhundert, liegt ruhig gelegen, inmitten von Bergen und Natur pur , in der Marche an der Grenze zu Umbiren. Es ist ein landwirtschaftlicher Betrieb mit Schafen und so anderen Tieren. Das Ferienhaus ist komplett eingerichtet und bietet vier Schlafräume, Küche, Dusche und WC. Für Kinder gibt es viele Spielmöglichkeiten und viel neues zu entdecken.
http://www.ca-bartoli.de/

Scandali a teatro, il pubblico insorge per la Tosca!

Quelle: Corriere della Sera

A Macerata un allestimento choc della «Tosca» stravolge Puccini: in scena una Madonna e angeli sadici. Gli spettatori protestano.

Se ne vedono tante nella lirica. In questi giorni, sarà il caldo, le stravaganze si moltiplicano: a Salisburgo il (solito) nudo con cui s'apre il festival, ma le orge pur previste da Schreker in Die Gezeichneten si trasformano in un baccanale sadomaso con accenni pedofili. Ancora in terra austriaca, il Flauto magico ha appena dato applausi a Muti e fischi al regista Vick che ambienta la fiaba mozartiana in un mondo geriatrico di malati e anziani. Nudi e proteste anche al Festival multimediale di Avignone, contestata la programmazione di Jean Fabre. Ma nel luna-park degli spettacoli trasgressivi nessuno forse aveva osato tanto.

«Vergogna!», ha gridato il pubblico l'altra sera allo Sferisterio di Macerata alla fine della Tosca secondo Antonio Latella, un istante dopo che la protagonista ha spiccato un simbolico volo (qui non ci si getta nel vuoto dal castello) con l'aiuto della Madonna. Maria è in scena, ha le doglie, partorisce angeli in scena e poi se ne va a zonzo tutta nuda; c'è quel bruto di Scarpia che quando muore ha una smorfia sardonica e gli depongono la croce addosso: è l'Anticristo; c'è Mario Cavaradossi che viene torturato con la corona di spine del Cristo crocifisso. Si potrebbe andare avanti fino a domani, i rintocchi moltiplicati delle campane e l'organo della chiesa amplificato, per non parlare del secondo atto che comincia con citazioni di Maria Vergine e degli angeli dalla messa in latino, e gloria in excelsis deo nel libretto proprio non c'è. Dei tre luoghi romani, Sant'Andrea della Valle, Palazzo Farnese e Castel Sant'Angelo, nessuna traccia, così come della Roma papalina. Incombe invece lo specchio con un grande occhio che riflette la Maddalena fatta di migliaia di calici e dipinta da Cavaradossi. Il quale viene fucilato da una selva di calici, gli amari calici al posto delle carabine.

«Io - dice il regista Antonio Latella - sono uno shakespeariano, basta dire foresta e sembra di immaginare fronde e rami». È lui il grande accusato, Latella, volto nuovo del teatro di prosa, aveva fatto centro la sua trilogia pasoliniana, veniva da due esperienze d'opera, entrambe di musica antica. Arriva al suo primo capolavoro del melodramma dell'800 e lo rovescia come un guanto. Di Puccini resta solo il telaio della partitura. Dice d'aver puntato «sul rapporto tra sacro e profano, sul simbolismo, sull'erotismo che c'è nella sacralità, e che trovi nell'arte». Di una certa suggestione i rimandi pittorici: il Guercino, Goya. E anche una Pietà michelangiolesca rovesciata, dove la Madonna e non Cristo giace tra le braccia altrui, in questo caso quelle di Cavaradossi. Latella vive a Berlino e il suo gusto riflette l'estremità di certi allestimenti nordeuropei, mentre in Italia abbiamo altri problemi, ingabbiati come siamo tra l'evento e la tradizione. Ma ci sono ancora i maestri della regia. Le punte di due diverse scuole di pensiero dell'«Italian Style» sono la «bottega rinascimentale» di Franco Zeffirelli e le invenzioni senza scandali di Luca Ronconi il quale sostiene che «la lirica dovrebbe ringraziare i registi che hanno prolungato l'agonia dei teatri d'opera».

All'estero si rifiuta l'approccio ideologico, superato l'ambiguo concetto di vecchio e nuovo. Lo spartiacque dovrebbe restare uno solo, e cioè se l'emozione scatta oppure no. Tutti si dichiarano contro cartapeste, gessi e oleografia. «Un allestimento classico - dice Renato Palumbo, apprezzato direttore della generazione dei 40enni - si fa molto meglio oggi. Cercare forme alternative è giusto, ma ci dev'essere accordo nel cast e va rispettata l'intenzione musicale. A Colonia ho diretto un' Aida in salsa Star Trek ma drammaturgicamente non c'era una virgola spostata. Certo non si può tornare a cantare tutti impalati come una volta, il cinema ha imposto all'opera una gestualità moderna, la lirica era la tv di 200 anni fa. I registi non devono profittarne per mettere in crisi i teatri». Il regista spagnolo Lluis Pasqual, celebre per l'audacia elegante, si muove tra arti diverse: «L'opera per me è come un mobile d'antiquariato: non gli si addice design spinto di Philippe Starck, ma va restaurata. E i mobili d'antiquariato possono essere modernissimi. Alla fine credo che un cieco possa andare a uno spettacolo, la sostanza la tiene; un sordo, no».